"Non importa dove si nasce se si combatte per le stesse idee e si crede nelle stesse cose."
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giovedì 7 agosto 2008

Dato Censis sui morti sul lavoro: L'uso criminoso della propaganda di regime che nasconde le notizie che infastidiscono

Prologo.
"Vittoria - La Germania vince su tutti i fronti".
I soldati della VI Armata sotto la guida del generale von Paulus sono intrappolati a Stalingrado ed ormai non hanno più speranze dopo che l'ultimo tentativo di liberarli del generale von Manstein fallisce definitivamente.
Natale del '43, un terribile Natale per le famiglie di quei 200 mila combattenti tedeschi ancora vivi a Stalingrado. Il capo della propaganda Göbbels fa diramare dalle radio del paese la notizia che l'"eroica" VI Armata si è totalmente immolata nei furiosi combattimenti in città. Per la causa.
Per la vittoria che arriverà certa.
Ma i 200 mila soldati ascoltano la radio esterrefatti ed atterriti. Solo in 5 mila torneranno a casa dai campi di concentramento russi.

Ma veniamo ora alle cose di cosa nostra.
Spazzatura.
Tanta. C'è. Ma non si vede.
Il Premier che si fa fotografare sorridente a Napoli con la scopetta in mano.
Astuto, perché sa bene che quello che non si vede non esiste. "La situazione a Napoli è risolta" dice lui. Strano che i napoletani la pensino diversamente. A questo proposito invito a visitare il blog Napoli blogolandia con foto e filmati aggiornati di spazzatura vera. Viva e vegeta.

Eppoi ci sono i morti.
I nostri martiri del lavoro.
Ma anche quelli evaporano, ecco, basta non parlarne.
Il Censis ha pubblicato l'altro ieri i nuovi dati sugli infortuni sul lavoro in Italia. "Si muore di più sul lavoro o sulle strade che non a causa della criminalità o di episodi violenti. I morti sul lavoro, infatti, sono quasi il doppio degli assassinati e i decessi sulle strade otto volte più degli omicidi." Mentre "Diminuiscono gli omicidi in Italia, invece. In base ai dati delle fonti ufficiali disponibili elaborati dal Censis, sono passati da 1.042 casi nel 1995 a 818 nel 2000, fino a 663 nel 2006 (-36,4% in 11 anni). Molti di più, invece, negli altri grandi Paesi europei, dove pure si registra, comunque, una tendenza alla riduzione: 879 casi in Francia (erano 1.336 nel 1995 e 1.051 nel 2000), 727 in Germania (erano 1.373 nel 1995 e 960 nel 2000), 901 casi nel Regno Unito (erano 909 nel 1995 e 1.002 nel 2000)".
Ed ora viene fuori pure che Roma è persino una delle piu sicure metropoli d'Europa. Ma solo dopo che il tema sicurezza è stato il cavallo di battaglia decisivo per la vittoria elettorale del Pdl. Un flusso informativo volutamente gonfiato per dirigere l'opinione pubblica verso lidi tradizionalmente di centro-destra.
Ora invece il dato sui morti sul lavoro, in crescita, deve essere ridimensionato. Perché da fastidio.
Come la polvere che si vuole spingere sbrigativamente sotto il tappeto di casa.
Parola di Castelli: "Le statistiche sulle morti sul lavoro che periodicamente ci vengono trasmesse sono fasulle". Secondo il senatore "soltanto in Italia si contano come morti sul lavoro, al fine di poter dare benefici assicurativi da parte dell'Inail, anche le morti che avvengono per incidenti stradali capitati mentre si va al lavoro o mentre si torna a casa dopo il lavoro. Morti che evidentemente nulla hanno a che vedere con la sicurezza in fabbrica... È il momento di smetterla di criminalizzare gli imprenditori italiani. Se infatti estrapoliamo gli incidenti che avvengono in agricoltura e in edilizia, vedremo che in Italia la sicurezza delle aziende manifatturiere è ai migliori livelli europei".
La realtà è che la sicurezza sul lavoro costa. Mentre il morto ben poco. Fino al punto che il rischio per la ditta è un investimento accettabile. E questo governo non ha certo finora rappresentato gli interessi dei lavoratori quanto quelli della grande impresa.
La realtà è che il precariato, fortissimo nel nostro paese, aumenta il rischio di infortuni perché la manodopera è inesperta cambiando spesso occupazione.
La realtà è che la normativa nel campo della sicurezza del lavoro, oltre ad essere poco applicata, non viene fatta rispettare come si dovrebbe. Secondo le stime del Ministero di Giustizia sono ben 150 mila i processi che ogni anno vanno in prescrizione nel campo del lavoro, tema che abbiamo già trattato nel giugno scorso.

Balle
, solo balle sono quelle allora che filtrano dalla macchina precisa della propaganda di regime, la balla della scopetta, la balla della cordata, la balla della bella ed unita famigliola del Premier.
Ma al di là delle balle ci si intossica nei fumi tossici, al di là delle balle si perde il posto di lavoro, al di là delle balle si muore.

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