"Non importa dove si nasce se si combatte per le stesse idee e si crede nelle stesse cose."
Paolo Borsellino

chi voteresti alle politiche ora?

soddisfatto del governo Berlusconi?

giovedì 28 agosto 2008

Il regime berlusconiano è mediatico. Esiste un modo per rompere il monopolio della TV nel plasmare ed indottrinare l'opinione pubblica?


Nel corso delle mie consuete sortite per il mondo dei bloggers ed in genere per la rete mi sono imbattuto in un certo numero di post e commenti interessanti.
Vorrei riproporvi un articolo di Umberto Eco del 2004 dal blog Voglio Scendere per introdurre un tema importante: quello del monopolio del mezzo televisivo come mezzo di propaganda e indottrinamento del popolo, vera forza fondante del regime berlusconiano (o veltrusconiano?) dei giorni nostri.
È vero, l'influsso di internet, dei giornali, delle radio è assolutamente marginale oggi. "Dicano quello che vogliono" - sembra essere il motto di Arcore - perché il loro peso sommato è comunque minimale.
Ma allora che fare per controbattere il sistema monopolizzato della TV di regime? Che fare?
Per ora vi lascio la domanda aperta, in attesa di tornarci su in uno dei miei prossimi post. Certo è che noi bloggers dobbiamo trovare il modo di venire fuori da questo mondo digitale incompleto. Perché la società reale è la fuori, la società reale non è qui dentro.
Buona lettura del magnifico, quanto lungo articolo di Umberto Eco.

Le regole del potere nel regime mediatico

Umberto Eco, Repubblica gennaio 2004
"Una settimana fa ricorreva il mio compleanno e, con gli intimi venuti a festeggiarmi, ho rievocato il giorno della mia nascita. Benché dotato di eccellente memoria, quel momento non lo ricordo, ma ho potuto ricostruirlo attraverso i racconti che me ne facevano i miei genitori.
Pare dunque che, quando
il ginecologo mi ha estratto dal ventre di mia madre, fatte tutte le cose che si debbono fare in tali casi, e presentatole il mirabile risultato delle sue doglie, abbia esclamato: "Guardi che occhi, sembra il Duce!". La mia famiglia non era fascista, così come non era antifascista - come tanta della piccola borghesia italiana prendeva la dittatura come un fatto meteorologico, se piove si esce con l'ombrello - ma certamente per un padre e per una madre sentirsi dire che il neonato aveva gli occhi del Duce era una bella emozione.
Ora, fatto scettico dagli
anni, inclino a credere che quel buon ginecologo dicesse la stessa cosa a ogni madre e a ogni padre - e guardandomi nello specchio mi scopro piuttosto simile a un grizzly che non al Duce, ma non importa. I miei erano stati felici di apprendere che assomigliassi al Duce. Mi chiedo che cosa potrebbe dire un ginecologo adulatore oggi a una puerpera. Che il prodotto della sua gestazione assomiglia a Berlusconi? La piomberebbe in uno stato depressivo preoccupante. Per par condicio, assumo che nessun ginecologo sensibile direbbe alla puerpera che suo figlio appare paffuto come Fassino, simpatico come Schifani, bello come La Russa, intelligente come Bossi, o fresco come Prodi. Il ginecologo avveduto direbbe piuttosto che il neonato ha gli occhi penetranti di Bruno Vespa, l'aria arguta di Bonolis, il sorriso di Christian De Sica (e non dirà che è bello come Boldi, spavaldo come Fantozzi, o - trattandosi di femmina - sexy come Sconsolata).
Ogni
epoca ha i suoi miti. L'epoca in cui sono nato aveva come mito l'Uomo di Stato, quella in cui si nasce oggi ha come mito l'Uomo di Televisione. Con la consueta cecità della cultura di sinistra, si è intesa l'affermazione di Berlusconi (che i giornali non li legge nessuno mentre tutti vedono la televisione) come l'ultima delle sue gaffes insultanti. Non lo era, era un atto di arroganza, ma non una stupidaggine. Mettendo insieme tutte le tirature dei giornali italiani si raggiunge una cifra abbastanza derisoria rispetto a quella di coloro che guardano solo la televisione. Calcolando inoltre che solo una parte della stampa italiana conduce ancora una critica del governo in carica, e che l'intera televisione, Rai più Mediaset, è diventata la voce del potere, Berlusconi aveva sacrosantamente ragione. Il problema è controllare la televisione, e i giornali dicano quel che vogliono. Questo è un dato di fatto, ci piaccia o non ci piaccia, e i dati di fatto sono tali proprio perché sono indipendenti dalle nostre preferenze (ti è morto il gatto? è morto, ti piaccia o no). Sono partito da queste premesse per suggerire che nel nostro tempo, se dittatura ha da esserci, deve essere dittatura mediatica e non politica. È quasi cinquant'anni che si scriveva che nel mondo contemporaneo, salvo alcuni remoti Paesi del terzo mondo, per fare un colpo di stato non era più necessario allineare carri armati ma bastava occupare le stazioni radiotelevisive (l'ultimo a non essersene accorto è Bush, leader terzomondista arrivato per sbaglio a governare un Paese ad alto tasso di sviluppo). Ora il teorema è dimostrato. Per cui è sbagliato dire che non si può parlare di "regime" berlusconiano perché la parola "regime" evoca il regime fascista, e il regime in cui viviamo non ha le caratteristiche di quello del ventennio. Un regime è una forma di governo, non necessariamente fascista. Il fascismo metteva i ragazzi (e gli adulti) in divisa, eliminava la libertà di stampa e mandava i dissidenti al confino. Il regime mediatico berlusconiano non è così rozzo e antiquato. Sa che si controlla il consenso controllando i mezzi d'informazione più pervasivi. Per il resto non costa niente permettere a molti giornali (sino a che non li si possano acquistare) di dissentire. A che cosa serve mandare Biagi al confino, per farne magari un eroe? Basta non lasciarlo più parlare alla televisione. La differenza tra un regime "alla fascista" e un regime mediatico è che in un regime alla fascista la gente sapeva che i giornali e la radio comunicavano solo veline governative, e che non si poteva ascoltare Radio Londra, pena la galera. Proprio per questo sotto il fascismo la gente diffidava dei giornali e della radio, ascoltava radio Londra a basso volume, e dava fiducia solo alle notizie che pervenivano per mormorio, bocca bocca, maldicenza. In un regime mediatico dove, diciamo, il dieci per cento della popolazione ha accesso alla stampa di opposizione, e per il resto riceve notizie da una televisione controllata, da un lato vige la persuasione che il dissenso sia accettato ("ci sono giornali che parlano contro il governo, prova ne sia che Berlusconi se ne lamenta sempre, quindi c'è libertà"), dall'altro l'effetto di realtà che la notizia televisiva produce (se ho notizia di un aereo caduto è vera, tanto è vero che vedo i sandali dei morti galleggiare, e non importa se per caso sono i sandali di un disastro precedente, usati come materiale di repertorio), fa sì che si sappia e si creda solo quello che dice la televisione. Una televisione controllata dal potere non deve necessariamente censurare le notizie. Certamente, da parte degli schiavi del potere, appaiono anche tentativi di censura, come il più recente (per fortuna ex post, come dicono quelli che dicono "attimino" e "pole position"), per cui si giudica inammissibile che in una trasmissione televisiva si possa parlare male del capo del governo (dimenticando che in un regime democratico si può e si deve parlare male del capo del governo, altrimenti si è in regime dittatoriale). Ma questi sono solo i casi più visibili (e, se non fossero tragici, risibili). Il problema è che si può instaurare un regime mediatico in positivo, avendo l'aria di dire tutto. Basta sapere come dirlo. Se nessuna televisione dicesse quel che pensa Fassino sulla legge Tale, tra gli spettatori nascerebbe il sospetto che la televisione taccia qualcosa, perché si sa che da qualche parte esiste un'opposizione. La televisione di un regime mediatico usa invece quell'artificio retorico che si chiama "concessione". Facciamo un esempio. Sulla convenienza di tenere un cane ci sono all' incirca cinquanta ragioni pro e cinquanta ragioni contro. Le ragioni pro sono che il cane è il miglior amico dell'uomo, che può abbaiare se vengono i ladri, che sarebbe adorato dai bambini, eccetera. Le ragioni contro sono che bisogna portarlo ogni giorno a fare i suoi bisogni, che costa in cibo e veterinario, che è difficile portarlo con sé in viaggio e così via. Ammesso che si voglia parlare in favore dei cani, l'artificio della concessione è: "È vero che i cani costano, che rappresentano una schiavitù, che non si possono portare i viaggio" (e gli avversari dei cani vengono conquistati dalla nostra onestà), "ma occorre ricordare che sono una bellissima compagnia, adorati dai bambini, attenti contro i ladri eccetera". Questa sarebbe un'argomentazione persuasiva in favore dei cani. Contro i cani si potrebbe concedere che è vero che cani sono una compagnia deliziosa, che sono adorati dei bambini, che ci difendono dai ladri, ma dovrebbe seguire l'argomentazione opposta, che i cani però rappresentano una schiavitù, una spesa, un impaccio per i viaggi.
E questa sarebbe un'argomentazione persuasiva contro i cani.
La televisione procede in questo modo. Se si discute della legge Tale, la si enuncia poi si dà subito la parola all'opposizione, con tutte le sue argomentazioni. Quindi seguono i sostenitori del governo che obiettano alle obiezioni. Il risultato persuasivo è scontato: ha ragione chi parla per ultimo.
Seguite con attenzione tutti i telegiornali, e vedrete che la strategia è questa: mai che dopo l'enunciazione del progetto seguano prima i sostegni governativi e dopo le obiezioni dell'opposizione. Sempre il contrario. Un regime mediatico non ha bisogno di mandare in galera gli oppositori. Li riduce al silenzio, più che con la censura facendo sentire le loro ragioni per prime. Come si reagisce a un regime mediatico, visto che per reagirvi bisognerebbe avere quell'accesso ai media che il regime mediatico appunto controlla? Sino a che l'opposizione, in Italia, non saprà trovare una soluzione a questo problema e continuerà a dilettarsi di contrasti interni, Berlusconi sarà il vincitore, piaccia o non piaccia."

mercoledì 27 agosto 2008

Paolo Papillo, il guastafeste nato della Casta politica. Ce ne fossero mille come lui!


Paolo Papillo.
Chi è costui?
Un semplice camionista precario che nelle ore di pausa si arma di un PC e di un paio di telefoni cellulari per tempestare di domande scomode al regime le emittenti radiotelevisive che consentono la diretta.
Inoltre è un assiduo frequentatore di numerosi blog sulla rete, tanto da venire anche notato da Antonio Di Pietro, che sul suo blog gli ha addirittura dedicato un post.
Insomma un vero rompicoglioni doc per la Casta politica che non ama le domande scomode.
Paolo si dispiace di essere solo e di non potere fare niente altro di più.
Eppure è tantissimo quello che fa.
Caro Paolo, ce ne fossero almeno mille come te in questo paese di menefreghisti e approfittatori!


"E le ferie sono finite, per chi le ha fatte. Io, precario camionista, non so che siano ferie retribuite. Ricomincerò contro la falsa informazione, perché un popolo che non sa è un popolo che non si arrabbia.

Io sono uno e molto non posso fare. Faccio il camionista e parto la notte tra domenica e lunedì e ritorno il venerdì notte casa. Il fine settimana lo dedico alla mia famiglia ed al riposo e qualche volta pure alla politica. Sinceramente mi pesa non poter fare di più specialmente per questo momento drammatico per il nostro paese; un paese che vedo andare alla deriva in mano ad una cosca di affaristi e abitato da una popolazione in gran parte composta da menefreghisti. Ed allora cosa mi sono inventato per cercare di fare sentire la mia voce di dissenso? Con un PC portatile, 4 telefoni cellulari, nelle ore che devo stare fermo con il camion, mando mail e faccio telefonate nelle trasmissioni radiotelevisive che ci consentono di andare in diretta. E lì “grido” tutta la mia rabbia e indignazione. Non è molto quello che faccio ma sempre meglio di nulla. Pensate se fossimo in migliaia a fare la stessa cosa.
Finite le ferie riprenderò la mia battaglia contro la falsa informazione, sperando che qualcuno mi supporti. Stare solo nei blog è come cantarsela e suonarsela da soli, è a quelli che non frequentano la rete che dobbiamo spiegare e fare capire a cosa stiamo andando incontro.

PS: per coordinare questa iniziativa per suggerimenti

Email: maxx113a@yahoo.it, Tel: 3487359240
Paolo Papillo"

Vi presento la web-TV alternativa c6.tv - Boicottiamo la servile TV di regime; andiamo sulla rete per informarci

Vi invito oggi ad andare a esplorare sulla rete la web-TV c6.tv, cui sono stato messo a conoscenza per via della pubblicazione da parte della stessa del nostro post del 17 agosto scorso su Oltreconfineonline "I primi 100 giorni del governo secondo il Financial Times Deutschland [testo tradotto integralmente]".
Per noi che abbiamo indicato il problema principale del paese in una informazione asservita ed al servizio dei principali blocchi di potere economici e politici, questo tentativo non può che fare piacere. Certo i numeri delle web-tv non sono oggi e non saranno per un lungo tempo ancora a venire i numeri della televisione tradizionale in quanto ad ascolti, però un tentativo di costruire una prima consapevole sacca di resistenza al regime deve essere fatto.
Per questo ai bravi gestori del sito va il mio caloroso augurio: bravi ragazzi, continuate così!


martedì 26 agosto 2008

Alitalia: Ci avviciniamo all'atto finale della truffa annunciata


Alitalia: siamo ormai all'atto finale della truffa all'italiana che finirà con la suddivisione della fallimentare compagnia di bandiera in due compagnie, una cosiddetta "buona" capitanata dal solito noto Roberto Colaninno, e facente capo alle attività più profittevoli del passato gruppo con AirOne, ed una "cattiva" destinata alla rottamazione. "Le strade su cui si sta lavorando sono due. La prima prevede una modifica della Marzano, l'affidamento di Alitalia ad un commissario, che dividerebbe le attività buone dalle cattive per poi cedere alla cordata italiana le prime e avviare al fallimento le seconde. L'altra ipotesi invece è che sia il cda di Alitalia a deliberare la divisione della società. In questo caso la bad company andrebbe a finire a Fintecna, società al 100% del Tesoro, che si assumerebbe l'onere della liquidazione".
Fintecna?
E Fintecna chi è? Non siamo forse noi Fintecna? Non pagheremo forse noi, tutti gli onesti contribuenti, il risultato della truffa politica della cordata che doveva venire fuori in tre sole settimane?
Rivedremo mai i 300 milioni di euro di debito ponte?
E non lo pagheranno anche i piccoli azionisti di Alitalia il risultato del fallimento politico, dopo che mai sono stati tenuti in considerazione nelle trattative private tra la banda di governo e i soliti amici, e gli amici degli amici? I piccoli azionisti non demordono però: "Siamo pronti a fare la class action già dal primo gennaio" annunciano Elio Lannutti di Adiconsum e Rosario Trefiletti di Federconsumatori "Sta succedendo come con il Banco di Napoli dove 12.000 miliardi di debiti sono finiti a carico dello Stato e tutti i privati si godranno gli utili".
Che diranno infine i 6-7 mila dipendenti che dovranno perdere il posto, dopo che il vecchio piano di cessione ad Air France vedeva i francesi assumersi il debito di Alitalia e solo circa 2300 dipendenti andare a casa?
E che dire dell'ulteriore perdita di credibilità politica all'estero dove le cose si sanno per davvero e non si mistificano e nascondono come in Italia? "Così domani i vertici di Intesa infatti sono a Parigi per incontrare il top management di Air France-Klm e presentare i contenuti del piano. Ufficialmente Air France della nuova Alitalia non sa e non vuole sapere nulla e alle indiscrezioni risponde con un "no comment".
Servono soldi.
Ed ora il cagnolino scondinzolante torna dal padrone.

giovedì 21 agosto 2008

Ripasso sulla questione spazzatura: Emergenza creata ad arte sullo sfondo di indicibili collusioni tra schieramenti politici opposti e lobbies occulte

Una questione su cui ancora oggi ci si interroga incessantemente è la seguente: "È vero o no che Berlusconi ha liberato gran parte della città di Napoli dagli insopportabili cumuli di spazzatura del periodo preelettorale?". Domanda facile no?
Beh, nonostante ci piaccia mostrare di tanto in tanto come cumuli e persino roghi continuino a sussistere alla periferia od in provincia di Napoli, bisogna prendere atto che la situazione in città è certo migliorata a seguito della rimozione forzata di migliaia di tonnellate di spazzatura.
Aprendo quel paio di discariche che da tanto tempo erano state pianificate a tale fine, ed in questo modo dando il destro a Berlusconi di affermare che l'emergenza spazzatura è "definitivamente risolta". Da lui. Insomma un chiaro assist che l'esperto imbonitore di Arcore non si poteva proprio lasciare sfuggire.
In poche parole, un aiuto venuto dai camerieri Bassolino e Jervolino veramente offerto su un piatto d'argento. Ma le soluzioni (pure temporanee) ci sarebbero state. Insomma il centro-sinistra, con i suoi rappresentanti locali Bassolino e Jervolino, ci fa o ci è?
Sulla commistione di interessi tra centro-destra e centro-sinistra sullo scenario della spazzatura campana ed all'ombra di poteri forti e lobbies indicibili vorrei ripostarvi questo classico di Travaglio.



In più vorrei darvi uno spunto del Senatore Rossi sulla teoria che in Campania si è voluto provocare volutamente uno shock alla popolazione, forse allo stesso modo con cui si è sfruttato il problema sicurezza per fini elettoralistici.
Per fare accettare i lucrativi inceneritori finanziati in parte con i denari del CIP6. Mentre basterebbe la raccolta differenziata al 35% circa perché un solo inceneritore, quello di Acerra, fosse sufficiente per tutta la Campania.

martedì 19 agosto 2008

Petrolio crolla nell'ultimo mese del 23% ma benzina solo del 6%! Altro che Robin Tax! I consumatori sono stati fatti fessi una volta di più!


Gli ultimi dati del Ministero dello Sviluppo economico sui prezzi nazionali di alcuni prodotti petroliferi danno per il prezzo del petrolio un crollo del 23% nel solo ultimo mese.
È interessante notare che a questo crollo corrisponde un misero calo del 6% alla pompa di benzina.
Meglio hanno fatto Francia e Germania dove i cali per benzina e diesel sono stati molto più sostenuti.
Il fatto inquietante è che praticamente il greggio è calato ai valori di aprile, quando però il carburante costava 6 centesimi in meno. "Il greggio in questi giorni registra la stessa quotazione della prima settimana di aprile. Ma quattro mesi fa i prezzi erano 1,39 per la verde e 1,36 per il diesel. Rispetto ad aprile, quindi, a parità di quotazioni petrolifere, i prezzi sono più alti intorno ai 6 centesimi al litro."
Ed è difficile non connettere questo all'altissima pressione fiscale che il Ministro Tremonti non ha abbassato, ma anzi aumentato con l'ultima trovata demagogica della Robin Hood Tax. Infatti "Il 55% se ne va in tasse. Nel 2007, secondo i dati dell'Aci, gli italiani hanno speso 39,4 miliardi di euro (+1,4% rispetto al 2006) per il carburante. Di questi, 21,8 miliardi sono andati al fisco (+1,7%). Il prelievo fiscale ha dunque inciso per il 55%."
Una pressione fiscale enorme che le compagnie hanno ora buon gioco a rigirare in parte agli indifesi clienti.
Ricordo che la Robin Hood Tax renderà in previsione al governo circa 4 miliari di euro di maggiori introiti fiscali. Ma di questi denari soltanto circa 290 milioni di euro saranno impiegati per finanziare il fondo sociale.
E sono noccioline rispetto ai maggiori guadagni che le compagnie petrolifere stanno incassando in queste settimane. Sarà per questo che non abbiamo ancora sentito nessuna di esse lamentarsi?

Giudice dice no a sequestro libro di Travaglio "Se li conosci li eviti"


Finalmente una buona notizia per chi come noi pone un valore elevato ed irrinunciabile ad una informazione libera ed obiettiva.
Ieri infatti il giudice Gandolfi della X sezione civile del tribunale di Milano ha respinto, giudicandola "inammissibile", la richiesta di sequestro del libro di Marco Travaglio e Peter Gomez "Se li conosci li eviti", presentata dal deputato della Lega Nord Matteo Brigandì. Lo ha reso noto lo stesso Travaglio.

"Brigandì aveva sostenuto che il volume - uscito a marzo di quest'anno per Chiarelettere - conterebbe "una serie di imprecisioni, falsità e insulti di sicuro contenuto diffamatorio" nei suoi confronti: di qui la richiesta di "sequestro su tutto il territorio nazionale" e, in subordine, di provvedimenti per "evitare il protrarsi dell'illegalità".
Il giudice - ha spiegato Travaglio - ha ritenuto la richiesta "inammissibile", in quanto la Costituzione ammette il sequestro della stampa solo "nel caso di delitti per i quali la legge espressamente lo autorizzi o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili", violazione in ogni caso da accertare con sentenza passata in giudicato. Inammissibile, "per eccessiva indeterminatezza", anche la richiesta di provvedimenti per impedire il protrarsi dell'illegalità."

Come dire, faccio notare che, se il libro non deve essere censurato o tanto meno sequestrato, significa che l'informazione in esso contenuta non è falsa ma basata su fatti obbiettivi, diversamente da come sempre millantano i soliti noti difensori della Casta.
Un libro insomma che consiglio vivamente.
Perché, come sostengono gli autori riferendosi ai lorsignori del Palazzo, "se li conosci li eviti".

lunedì 18 agosto 2008

Ferrovie feroci, (ri)licenziato macchinista Dante De Angelis. FIRMA LA PETIZIONE!


Vi invito calorosamente a firmare la seguente petizione in favore di Dante De Angelis, il macchinista ferroviere in forza al deposito locomotive di Roma S. Lorenzo "la cui unica colpa è stata quella di avere esercitato il diritto di critica ed il ruolo di scrupoloso RLS".
Risultato?
Licenziamento in tronco, verbale, con allontanamento fisico effettuato dagli agenti della Polfer. Perchè? Per la dirigenza delle FS egli "ha diffuso notizie infondate e pretestuose, procurando un allarme ingiustificato". Certo, la rottura degli Eurostar in due pezzi è cosa di ogni giorno. Perché questo ingiustificato allarmismo da parte del competente addetto alla sicurezza?
Di conseguenza per lui questo allontanamento punitivo, quasi d'altri tempi direi.
Per ulteriori informazioni posto di seguito il seguente articolo dal sito "Macchinisti sicuri". Il grassetto è mio.

Ferrovie feroci: rilicenziato macchinista/RLS Dante De Angelis, il macchinista e RLS di Roma S. Lorenzo che aveva commentato lo spezzamento del primo Eurostar, ETR 500, avvenuto a Milano Centrale il 14 luglio scorso, ipotizzando l'eventualità di difetti di progettazione, controllo manutenzione e rischi per la sicurezza

Ieri 15 agosto 2008, presentatosi al lavoro, secondo il proprio turno, il capo deposito titolare di Roma S.Lorenzo gli ha annunciato verbalmente che era stato licenziato.
A seguito delle sue rimostranze e della richiesta di una comunicazione formale per iscritto, il funzionario aziendale per tutta risposta ha chiamato la Polfer per allontanarlo dall’impianto; l’azienda, che in questi giorni con un rigurgito di autoritarismo militaresco ha ingiustamente licenziato anche otto operai manutentori di Genova, tenta di neutralizzare il sindacato e di cucire nuovamente la bocca ai delegati alla sicurezza.
Vi sono gravi elementi che inducono a pensare che questo licenziamento sia frutto di un particolare accanimento e di una vera e propria persecuzione, quasi una vendetta personale, da parte dei massimi dirigenti FS sottoposti a procedimenti penali proprio a seguito delle denunce dei RLS.
Dante De Angelis, era stato già licenziato nel marzo 2006 per il rifiuto di usare il pedale dell'omo Morto e poi reintegrato dall'azienda a seguito di una grande mobilitazione sindacale, politica e di opinione pubblica.
Oggi occorre nuovamente mobilitarsi contro i licenziamenti sia di De Angelis che degli otto operai poiché vi e' il rischio concreto di una degenerazione delle nostre condizioni di lavoro si in termini di sicurezza che di libertà.
Sulle cause degli spezzamenti degli Eurostar avvenuti a Milano con i due ETR 500 indagano intanto le procure di Milano e Torino, con particolare riferimento agli organi di aggancio, mentre l’azienda aveva scaricato tutta la colpa sui macchinisti “rei” di aver lasciato inserito l’apparecchiatura SCMT.
Che ci sia un problema di progettazione negli ETR 500 l’ha riconosciuto pubblicamente anche l’amministratore delegato di FS spa, Mauro Moretti, ma che ci sia un problema di manutenzione e’ evidente a tutti, poiché è inammissibile che i treni si spezzino a seguito di una frenatura d’emergenza, anche indebita, comandata dall’apparecchiatura (di sicurezza) SCMT.

domenica 17 agosto 2008

I primi 100 giorni del governo secondo il Financial Times Deutschland [testo tradotto integralmente]


Il 14 agosto scorso il Financial Times Deutschland esce con un dossier sui primi 100 giorni del governo Berlusconi IV. Così come il Newsweek. Ma mentre i media italiani, e davanti a tutti il Corriere della Sera, danno notevole spazio al superficiale contributo degli americani, l'articolo dei tedeschi passa in sordina. Perché?
Mi sono dato la briga di tradurre il testo integralmente.
Il tono critico è qui ben evidente, leggete da soli. Il grassetto è mio.
Nella scelta di mettere in secondo piano il circostanziato dossier del FTD siamo nuovamente di fronte ad una scelta editorale di una (dis)informazione supina e amica dei potenti. Boicottiamola.

Lo Show di Silvio
di Andre Tauber (Milano), 14 agosto 2008

Silvio Berlusconi è da 100 giorni nuovamente capo del Governo. E da 100 giorni si comporta come se facesse qualcosa. Gli italiani ancora gli credono.

Una opportunità come questa non se la lascia scappare certo il professionista della comunicazione Silvio Berlusconi. Dopo un incontro con il Prefetto della regione in Piazza Carolina a Napoli si fa accompagnare dalla giovane donna dal soprabito alle luminanze al neon. Una spazzina. Il Presidente del Consiglio non attende a lungo, afferra una scopa e si rivolge alla telecamera. I divertiti passanti applaudono. Berlusconi si fa festeggiare come spazzino-capo della città. È l'ultima visita a Napoli prima della sua vacanza estiva.
Il settantunenne è per molti cittadini il salvatore della città. Berlusconi ha promesso loro prima dell'inizio del suo terzo mandato che la spazzatura avrebbe finito di accumularsi per le strade di Napoli. Tuttavia il giubilo della folla arriva un po' troppo presto. È vero che le strade sono pulite perché due discariche sono state aperte come pianificato da tempo, tuttavia come afferma uno dei precedenti commissari straordinari per la spazzatura in Campania Andrea Losco: "Ci vorranno anni prima che crisi passi definitivamente". Servono altre discariche, inceneritori e un sistema di separazione dei rifiuti.
E come a Napoli accade in tutto il paese. Il governo si guadagna il ringraziamento dei cittadini per delle cose che non sono state fatte per niente. Saranno 100 giorni il venerdì che viene - ed in questo tempo Berlusconi ha più che altro dato segnali, trasmesso ai suoi la convinzione che egli può cambiare l'Italia.
In realtà egli non ha cambiato ancora nulla. Da 100 giorni il Metodo-Napoli comanda anche a Roma: si festeggiano successi ancora prima che vengano raggiunti.
Prima di tutto è il governo da solo a festeggiare.

Alitalia è un altro caso. La compagnia aerea è ad un passo dal fallimento.
Per salvarla Berlusconi promette da mesi di tirare fuori una cordata di imprese italiane "Abbiamo già trovato investitori" ripete il capo del Governo come un mantra. Il capo dell'azienda produttrice di scarpe Geox, Mario Moretti Polegato, che nei giornali veniva dato come uno dei possibili creditori già sbottò in luglio "Troppe parole". Nessuno pensa ad investire quando il governo non prepara un piano ragionevole per il salvataggio di Alitalia.
Fino ad oggi non è ancora chiaro chi farà parte della cordata. Una sola cosa è certa: la ricerca degli investitori per ora è costata 300 milioni di euro ai contribuenti del fisco. Il governo ha dovuto investirli nell'azienda per salvarla dal fallimento.

Allo stesso modo viene inscenata la politica finanziaria dagli uomini di Berlusconi. In giugno ha proclamato il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti che il Governo si è accordato su un piano triennale dopo nove minuti e mezzo di discussione. "Lo abbiamo controllato con il cronometro" dice Tremonti. Le finanze dello Stato dovranno essere alleggerite di 36 miliardi di euro. Tuttavia molti esperti sono dell'idea che il Governo non ce la farà a realizzare questo ambizioso piano. "Ho dubbi che il governo seguirà un serio programma di tagli", afferma Susana Garcia, economista per l'Italia della Deutsche Bank. I governi Berlusconi non sono mai stati bravi nel risparmiare. Il professore milanese Tito Boeri, uno dei più capaci economisti del paese, ritiene il pacchetto come una "manovra senza speranza" dato che non prevede alcuna riduzione delle tasse e del carico fiscale. In questo modo una recessione è inevitabile.

L'economia italiana è, dopo l'assunzione dell'incarico da parte di Berlusconi, per la prima volta dopo tanto tempo andata in terreno negativo. Il governo ha ufficialmente stimato per il 2008 una crescita dello 0,5%, tuttavia molti economisti si attendono un dato negativo.
Il ministro Tremonti in ogni caso continua con le sue generose promesse. Afferma che verrà incontro alle famiglie che soffrono per i bassi salari, un'elevato carico fiscale ed una forte inflazione. Promette 20 mila case popolari nell'anno che viene, un bonus bebè e la riduzione della burocrazia, così come un sistema fiscale più giusto.
Tuttavia fino ad ora non è stato fatto nulla. Solo una nuova tassa per il settore dell'energia e della finanza. Teoricamente si dovrebbero sostenere le famiglie con questa "Robin Hood Tax", così ha promesso il governo. Ma dei 4 miliardi di euro in realtà soltanto poche centinaia di milioni saranno impiegate nella diffusione di carte sociali. L'opposizione ha parlato di elemosine e "pauperismo".

Berlusconi si è già proiettato sul prossimo tema. Egli annuncia ora il prossimo ritorno dell'Italia all'energia nucleare, da cui circa 20 anni fa si era usciti definitivamente. Il piano è teoricamente accetto al 60% della popolazione. Tuttavia "l'importante questione è dove si costruirà un tale impianto", rileva l'esperto per l'energia e l'ambiente Francesco Gullì. Nessuno ne vorrà avere uno nelle proprie vicinanze. Nel frattempo il governo ha anche allo studio la costruzione di un impianto tradizionale in Albania. Il che non rappresenta alcun ritorno all'energia nucleare. D'altra parte Berlusconi da per scontato il ritorno all'energia nucleare come cosa più che sicura.

"Ne abbiamo abbastanza di proclami riguardanti il futuro", afferma Dario Scalella. Il quarantaseienne conduce un'azienda che costruisce parti di elicotteri a Napoli e contemporaneamente dirige una rete regionale sotto la conduzione della banca Unicredit in un progetto che cerca di mettere assieme il mondo imprenditoriale con quello finanziario. Scalella da un lato abbraccia calorosamente gli obiettivi di Berlusconi, d'altra parte fin'ora non vede concreti risultati: "Ci piacerebbe una volta vedere una conferenza dove si dice: Abbiamo fatto questo."
Altri si spingono oltre con la critica. "Fino ad ora la politica economica non ha giocato alcun ruolo vero presso il governo", critica Boeri. Il che è rovinoso per un paese che ha bisogno assoluto di riforme. Da decenni la produttività del lavoro aumenta troppo lentamente, salari e tasso di crescita continuano a scendere in confronto ai paesi vicini della Unione Europea, il tasso di occupazione ristagna ad un livello basso.
Nell'anno che viene persino i greci supereranno l'Italia in quanto a PIL pro capite. La nazione si dibatte in una profonda crisi ed avrebbe bisogno ora di nuove idee.

Qui Berlusconi ha la possibilità di agire in modo deciso. Lo si è visto nella politica della sicurezza dove, sotto la sua egida, qualcosa è stato fatto. Ora gli stranieri possono essere espulsi più rapidamente, l'immigrazione illegale viene punita più severamente. E dall'inizio del mese 3 mila soldati [in realtà solo mille, visto che gli altri 2 mila sono impiegati in cpt e ambasciate, nda] pattugliano le città per aiutare la polizia e proteggere i cittadini.

Ma prima di tutto Berlusconi ha pensato alla sua di sicurezza. Con parole inequivocabili il Parlamento ha deciso che d'ora in poi il Capo del governo godrà di piena immunità. Finchè egli resta al governo del paese non potrà essere accusato da alcun giudice. La gioia di Berlusconi è stata conseguentemente grande. "Finalmente non devo passare più tutti i sabati in compagnia dei miei avvocati", ha affermato giubilante il patron dei media che da ultimo avrebbe dovuto comparire davanti ai giudici per corruzione. L'opposizione protestò - e a Piazza Navona a Roma dimostrarono in 20 mila.

Tuttavia fino ad ora la maggioranza degli italiani crede al Presidente del Consiglio. Il governo è più popolare di ogni altro che l'ha preceduto negli ultimi 40 anni. Secondo un sondaggio dell'Istituto Euromedia il 62% dei cittadini è soddisfatto del governo. Gli italiani descrivono questo come una "luna di miele" con gli elettori. "Gli italiani gli concedono un bonus di fiducia", afferma Roberto Weber, capo dell'Istituto di ricerca SWG. "Credono che Berlusconi può superare la crisi." Il demoscopo Renato Mannheimer completa: "Alcuni pensano anche che egli abbia addirittura fatto qualcosa per davvero."

Le prime prove critiche per Berlusconi lo attendono in autunno. Allora bisognerà trovare una soluzione per Alitalia. La Finanziaria verrà discussa in Parlamento. Inoltre Berlusconi ha in mente una riforma dell'ordinamento giudiziario così come una riforma federalista che certamente provocherà divisioni all'interno del governo. Perché i ministri del sud povero continueranno a fare affidamento sull'aiuto finanziaro del ricco nord. In autunno anche Napoli tornerà ad essere un tema importante per Berlusconi. Allora serviranno nuove discariche. Ma dove? Presso la piccola cittadina di Chiaiano, dove una discarca dovrebbe sorgere, i lavori sono stati interrotti per "motivi tecnici" - per la gioia degli abitanti e del loro sindaco. "Non pensiamo proprio che dall'autunno qui si scaricherà nuovamente spazzatura", è stato detto dall'amministrazione della città. Ci saranno allora ancora applausi per Berlusconi a Napoli?

sabato 16 agosto 2008

Bossi a Ponte di Legno vaneggia sull'ICI ("la rimetterò!"). Questa barzelletta non mi ha fatto ridere.


Nuovo Bossi-show da Ponte di Legno in occasione del comizio di ferragosto della Lega Nord.
Vi ricordate l'eliminazione dell'ICI promessa dal PdL e poi attuata lo scorso maggio fra le proteste dei Comuni?
Ebbene: "L'ICI la rimetterò!" promette ora il rude Umberto nazionale.
L'eliminazione dell'ICI mi aveva già dato allora materiale a cui pensare, perché, nonostante i cittadini siano tartassati da tributi di ogni genere:
1) Prodi aveva già tagliato l'ICI per i ceti meno benestanti (60%), riguardando il taglio del governo solo quel 40% più abbiente a cui la tassa comunale non era ancora stata tolta;
2) il taglio ICI significava (fonte: Il Sole 24 Ore) circa 2 miliardi di euro di mancati introiti per lo Stato (chi paga ora?)
3) l'ICI era un'imposta che veniva incassata direttamente dai Comuni e quindi impiegata in loco, pertanto era la più federale delle tasse.

Pertanto, caro Umberto, te ne accorgi solo ora che l'ICI serviva?
Che farete ora che ai comuni mancano i denari, vi inventerete la nuova gabella "sostitutiva dell'ICI"?
La presa di posizione dell'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni italiani, è ovvia. Infatti si osserva che Bossi "ha raccolto la forte preoccupazione dei comuni che non vedono garanzie e certezze circa il reintegro del mancato gettito dell'ICI sulla prima casa e per una situazione in cui si torna palesemente ad un sistema di trasferimenti erariali e di limitazione della autonomia fiscale e finanziaria delle amministrazioni locali". Troppo tardi, perché la consueta commedia all'italiana si è compiuta. Ma una di quelle che non fa ridere.
Popolo italiano manica di imbecilli? Popolo italiano smemorato?

Solo un'ultima considerazione.
Quando l'ICI verrà reintrodotta perché ai comuni mancano i denari che non sono ancora stati ripianati, chi dovrà pagarla? Quel 40% di ricchi, tra cui abbienti con ville che ora non la pagano più, o forse... mica mica i soliti noti?

venerdì 15 agosto 2008

Nuovo sospetto apprezzamento del Corriere della Sera a Berlusconi: Perché i poteri forti sostengono il Cavaliere Berlusconi?

Sfogliando i siti online di alcuni quotidiani italiani mi sono imbattuto sulla prima pagina di oggi del Corriere della Sera.
Nuovo sconcertante panegirico a Berlusconi, nuova eco del giornale di famiglia "Il Giornale", come se non bastasse la posizione monopolistica del clan di Arcore nell'ambito dell'informazione.
Il Cavaliere sorridente che parla di bollo auto e bonus bebè: "li abbiamo promessi per la seconda parte della legislatura, saranno attuati gradualmente e compatibilmente con le possibilità di bilancio, dopo aver riavviato la crescita economica e rimesso in ordine i conti dello Stato". Ancora su Alitalia: "L’Alitalia è stata una bandiera dell’Italia che rinasceva dopo la seconda guerra. La nuova Alitalia sarà la bandiera di un Paese che esce dal tunnel di una lunga crisi". Naturalmente senza contraddittorio. Perché la pessima capacità del Cavaliere di tenere i conti dello Stato in ordine la si è già vista dal 2001 al 2006.
Naturalmente il Cavaliere nel suo monologo non ci spiega dov'è finita la cordata italiana che doveva nascere nell'arco di tre settimane e se rivedremo un giorno i 300 milioni di euro del prestito ponte.
Già nei giorni scorsi mi sono chiesto come mai il Corriere abbia dato allo scadente pezzo del Newsweek così tanto spazio, ma non ne abbia dato per esempio agli articoli critici verso il governo come quelli circostanziati dell'Economist dei giorni scorsi.
Come mai la poca risonanza alla legittima critica di Famiglia Cristiana sul lavoro solo di facciata del governo, mentre la presa di posizione diplomatica del Vaticano è cliccabile appena sotto l'articolo su Berlusconi, come a dire "il Vaticano approva la linea del governo"?
Più importante il consueto fasullo monologo del giorno dell'imbonitore di Arcore che il bell'articolo di Giovanni Sartori sulla salute del Pianeta Terra (cliccabile appena sotto)?
Insomma che gioco gioca il Corriere della Sera e con esso il potentato dei forti poteri economici dietro di esso?
Pensano ormai i poteri forti che Berlusconi sia ormai la unica speranza di uscita da una situazione economica e finanziaria pressochè disperata?
Pensa questo anche il PD, a cui il Corriere sembra essere molto vicino?
Dopo l'abdicazione di un' opposizione e di un Presidente della Repubblica che non si oppone, ora anche l'abdicazione di una stampa libera e non asservita?

giovedì 14 agosto 2008

La rabbia della Casta negli occhi pieni d'odio di Frattini



Paura e odio irriducibile di Casta si leggono negli occhi del Ministro degli esteri Frattini di fronte alle insistenti domande dell'intervistatore della BBC Stephen Sackur.
Che cosa bizzarra una informazione libera eh, caro Frattini?
Purtroppo spezzoni integrali sono solo disponibili in lingua inglese sotto i seguenti links (Frat1 Frat2). Invito chi vuole ad andarseli a vedere.
L'intervistatore incalza su vari temi dall'immigrazione, alla sicurezza, a Bossi, al Trattato di Lisbona. Su varie questioni si può dibattere e Frattini ha il diritto/dovere di rispondere. Sull'immagine dell'Italia paese generalmente razzista si può dibattere; personalmente non sono d'accordo, almeno riferendomi all'italiano medio e confrontandolo col tedesco o l'inglese medio - che io ritengo in genere meno tolleranti. Ma non è quello il punto. Il punto vero è un altro.
Il punto vero è che il nostro Ministro degli Estero non è proprio abituato a rispondere a domande vere e non preconfezionate.
Il punto vero è che in Italia certe domande non vengono nemmeno poste.
Ve lo ricordate il pietoso monologo di Berlusconi sullo scomparso Enzo Biagi "mi sono battuto perché Biagi non lasciasse la televisione" in cui zerbino Riotta non interruppe il monologo del padrone?
Se questo è il genere di spazzatura che gli italiani si devono bere ogni giorno, allora non è poi sorprendente il degrado morale e, di conseguenza, materiale in cui il paese imperversa.
Solo una informazione libera può attivamente partecipare alla creazione di un paese efficiente e sano ove le malefatte di governanti e dirigenti di livello vengano puntualmente portate all'attenzione dell'opinione pubblica.
L'informazione dovrebbe controllare non obbedire.
Ma questo il signor Frattini evidentemente non lo sa.

lunedì 11 agosto 2008

La Russa raddoppia! Carabinieri e militari a controllare i cantieri!


Per chi critica il regime, ed in special modo cotanta maggioranza, c'è soltanto una parola sulla bocca dei suoi fedeli difensori: "Comunista!" Anche se chi critica proviene da quel centro-destra che non ci sta (incredibilmente esiste!), anche se la critica proviene dalla destra radicale o dalla sinistra riformista.
Beh, nel caso che segue, mi dispiace, non sono comunista io, ma sono imbecilli loro.

Rullo di tamburi. Silenzio prego.
Ratatatatà.
Dopo i militari a presidiare le piazze italiane, notoriamente teatro di movimenti di piazza che farebbero sbiancare il generale Bava Beccaris - ma gli ultimi dati Censis non dicono che le città italiane sono più sicure di Londra per esempio? - ora i militari, ma sempre accompagnati dai genitori, inviati a controllare pure i cantieri!
Parola sua. Parola di Mr. La Russa.

E poi dicono che la comicità italiana non è più quella di una volta!

Ma non ha capito lo humor fino la dirigente Paola Agnello Modica del famoso sindacato bolscevico Cgil: "basta operazioni di facciata, il governo dovrebbe fare ben altro, a cominciare dall'applicazione del Testo Unico sulla sicurezza".
Cara Paola Modica, non si può. La Confindustria il "Testo Unico sulla sicurezza" lo sta appena finendo di scrivere!

domenica 10 agosto 2008

Per la serie "a volte ritornano": La spazzatura che resiste nonostante le balle di Berlusconi

Mi scrive la cara Anna da Aversa mandandomi alcune foto prese l'8 agosto 2008 in giro per il centro della città.
Aversa è una bella cittadina in provincia di Caserta, sindaco Domenico Ciaramella del Centro-destra al secondo mandato. Il centro-città dista soltanto 20 km dal centro di Napoli, quindi soltanto circa 10 minuti in auto dal capoluogo partenopeo, eppure le foto che seguono mostrano una situazione spazzatura grave e ben lontana dall'essere risolta.
La foto che segue è stata scattata al Parco Coppola in Viale degli Artisti. Si fa notare che di fronte a questo cumulo di spazzatura c'è la Caserma dei Carabinieri di Aversa.



La seconda foto mostra ancora Parco Coppola dal lato di Piazza Bernini. "Qui a qualsiasi ora del giorno vengono buttati, anzi sarebbe meglio dire lanciati, sacchetti di spazzatura e altro... senza nessun controllo."



La terza foto mostra Via Vito di Jasi. "Accanto c'è una clinica (clinica San Paolo). Questa è la strada principale di Aversa. È la strada che poi ti porta al centro. Questo è solo uno dei tanti cumuli che ci sono lungo il percorso."



Cara Anna, avendo tu scattato le foto a pochi minuti di distanza, è chiaro che non sei dovuta andare tanto lontana a immortalare i tuoi cumuli, che in ogni caso dici essere numerosi per le vie. Cumuli accanto alle stazioni dei Carabinieri, cumuli agli ingressi delle cliniche!
Questo non fa altro che confermare che il comunicato del governo secondo cui l'emergenza spazzatura sarebbe finita non è stato altro che la solita operazione di facciata.
Ma noi non ci siamo cascati.
Spero che foto come queste ed altre siano riprese da altri bloggers e fatte girare il più possibile.

sabato 9 agosto 2008

Berlusconi ridicolizzato dai cronisti americani in occasione della cerimonia dei giochi


Pubblico senza commento il seguente articolo tratto dal sito online del Corriere della sera.
E fortunatamente gli USA sono amici dell'Italia!

"Troppo anziano per andare a Pechino - Non sono stati risparmiati neanche gli atleti italiani: mostrati per pochi secondi come quelli del Mali e Gabon"

New YorkItalia che conta poco, Italia da barzelletta. E’ questa l’immagine che milioni di americani hanno ricevuto venerdì sera nel guardare la cerimonia d'apertura dei Giochi di Pechino, trasmessa durante il prime time, - con una differita di ben 12 ore - dalla NBC. Che ha sborsato 894 milioni di dollari per ottenere i diritti in esclusiva per gli Stati Uniti. Quando, verso la fine dello show, i riflettori sono toccati all’Italia, il tono dei due presentatori Bob Costas e Matt Lauer è passato dal serio al faceto. «Il primo ministro italiano Silvio Berlusconi ha rinunciato ad essere qui stasera insieme agli oltre 80 capi di stato», hanno spiegato ridacchiando i due mezzibusti della NBC, «Perché a Pechino fa caldo. Troppo caldo per lui». Dopo aver ironizzato sull’immensa fortuna di Berlusconi («il più ricco magnate italiano dei media che è anche primo ministro del Paese»), e sulla sua età («a 72 anni è troppo anziano per un viaggio del genere»), i due presentatori hanno concluso spiegando ai telespettatori che «se sei ricco e potente come lui, puoi permetterti di startene a casa a guardare la cerimonia. Comodamente seduto davanti alla tv».

Il tono da sfottò nei confronti del leader italiano era in netto contrasto con quello, serio e rispettoso, riservato agli altri leader presenti sul palco dei Vip – dal presidente francese Sarkozy a quello americano George W. Bush. Ma lo schiaffo in faccia all’Italia non ha risparmiato neppure gli atleti italiani, che sono stati mostrati per pochi secondi, alla stregua delle mini-delegazioni di paesi in via di sviluppo come Mali e Gabon, e al contrario di quelle di altri paesi europei quali Spagna, Germania, Inghilterra e Francia, cui Lauer e Costas hanno dedicato dettagliati ritratti, in elogio ai passati record dei loro atleti. Perché questo doppio binario? Perché umiliare così l’Italia? Che cosa hanno pensato milioni di italo-americani che hanno seguito la cerimonia da casa? Non è la prima volta che la NBC finisce nel mirino durante l’olimpiade. Due anni fa il network era stato criticato dal quotidiano Usa Today perché, durante le dirette da Torino per le Olimpiadi invernali, si era rifiutato di menzionare la storia della Sacra Sindone, finita su tutti i giornali Usa. «Vogliamo tenere la religione fuori dai giochi», si era giustificato allora un portavoce.

Alessandra Farkas

L'Italia sull'orlo della recessione mentre il Cavaliere glissa sugli ultimi dati del Pil

L'Istat ha comunicato ieri, 8 agosto, gli ultimi dati sull'andamento del Pil nel secondo trimestre del 2008: "Si tratta del dato più basso dal terzo trimestre 2003 quando la crescita fu pari a -0,1%". Il Cavaliere torna dunque, e con lui vecchie cifre già viste di stagnazione e recessione.
Oddio, in verità la situazione economica internazionale non è certo delle più rosee, ma mentre negli Stati Uniti il consistente bonus fiscale voluto dal Presidente Bush ha permesso alle famiglie di superare il momento di grave difficoltà senza incidere troppo sulla voce consumi, in Italia la maggioranza pare interessarsi a ben altri temi.
Nel frattempo il Cavaliere glissa sui dati preoccupanti del Pil: "Il dato è quello che è", mentre anche la Confindustria vede ormai l'economia italiana "sull'orlo della recessione".
E pochi giorni fa il dato sconfortante sul crollo dell'Iva del 7%. Dato che rivela il calo dei consumi delle famiglie italiane in tutta la sua gravità.
Dunque i soldi stanno finendo, mentre il Cavaliere annuncia finalmente una politica di austerità e risparmio - coi soldi degli altri ovviamente.
Insomma sta accadendo quello che abbiamo sempre detto. Cioè che l'economia un giorno avrebbe risolto finalmente il problema tutto italiano di una classe dirigente parassitaria e slegata dalle masse, un paese dove la maggioranza disfa e l'opposizione sta a gardare. Un paese in cui la parte sana e laboriosa non ce la fa più a sostenere una classe dirigente che è grosso modo la più pagata e contemporaneamente la più corrotta d'Europa.

venerdì 8 agosto 2008

La "separazione delle carriere" - Parte II


"La prima ragione:
Gli avvocati soffrono questo loro ruolo di esperti prezzolati; non gli piace questa figura di uomo di parte, sostenitore di interessi precostituiti, da far prevalere anche se infondati; sono a disagio, tanto più se sono persone di valore, quando debbono ricorrere ad argomenti che loro per primi sanno essere infondati; soffrono questa schizofrenia legale per la quale, come cittadini (e ancora di più come tecnici del diritto) sono consapevoli della colpevolezza del loro cliente e come avvocati debbono nasconderla, cercando di ottenere una sentenza che, per primi, sanno essere ingiusta. E, in questa situazione, sentono l’handicap di doversi confrontare con un soggetto, il PM, che non ha di questi problemi; che può sostenere in buona fede (che non vuol dire con ragione) qualsiasi tesi, che ha la libertà di una coerenza intellettuale che loro non possono permettersi. Da qui la necessità di sminuire il loro avversario; di ridurlo a qualcosa di simile a loro; di obbligarlo ad un ruolo partigiano opposto al loro: tu accusi, io difendo; e vinca il migliore.

Insomma, il processo come competizione sportiva; con un arbitro, il giudice, che deve solo sorvegliare che le regole del gioco vengano rispettate; e che deciderà quale dei due contendenti ha segnato più punti. Ma naturalmente il processo non è una partita di calcio. La responsabilità penale non può essere il risultato di una gara a chi è più bravo, accusatore o difensore. Il processo (giusto, quello che garantisce davvero il cittadino, non il cosiddetto giusto processo di cui straparlano i nostri politici) necessita di un’indagine preliminare seria e obbiettiva, di un investigatore che non abbia pregiudizi, di un PM pronto a cambiare idea ad ogni momento, di un collaboratore del Giudice nell’accertamento della verità. E necessita anche di un difensore che stimoli il PM, lo tormenti, lo costringa ad approfondire, a non trascurare nulla, ad indagare fino in fondo: perché condannare una persona è una cosa grave; e bisogna essere sicuri (quanto si può, sempre in questo mondo e non in quello divino viviamo).
Ma tutto ciò, come ho detto, non fa proprio piacere agli avvocati.

La seconda ragione:
Se il Pubblico Ministero non è più un Giudice ma una parte, come un qualsiasi avvocato, allora deve avere un datore di lavoro; proprio come un avvocato. E chi sarà questo datore di lavoro? Ma lo Stato, naturalmente, proprio come in quasi tutti gli altri Paesi occidentali. E che fa il datore di lavoro? Ordina. Stabilisce quello che il dipendente deve fare e quello che non deve fare, come lo deve fare, quando lo deve fare, fino a che punto lo deve fare. E che farà questo PM posto agli ordini dello Stato (dunque del Governo, chi “gestisce” lo Stato è il potere esecutivo)? Farà i processi che il Governo gli permette di fare; non farà i processi che il Governo non vuole che siano fatti. Peggio, qualche volta gli capiterà di dover fare i processi che il Governo gli ordina di fare. Fuor di metafora, farà i processi per rapina, omicidio e spaccio di droga, insomma quelli che non interessano la classe dirigente; e invece, per restare alla cronaca recente, non farà i processi contro Mastella e i suoi amici o contro Del Turco e compagnia bella; né naturalmente quelli contro Berlusconi. E forse gli capiterà anche di fare qualche processo contro un avversario politico della maggioranza che è al Governo.

Forse, se i cittadini sapessero cosa significa davvero la “separazione delle carriere” avrebbero un quadro più chiaro di come la classe politica interpreta l’art. 3 della costituzione, quello che dice che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge."
Bruno Tinti

La "separazione delle carriere" - Parte I

Dalla rubrica sulla giustizia del Procuratore Bruno Tinti, autore del libro "Toghe rotte", posto l'informativo commento dal titolo La “separazione delle carriere”.
Visto che la riforma della giustizia sarà verosimilmente un tema caldo dell'autunno che viene, con suo solito corollario di balle ed annessi, cominciamo a prepararci mentalmente per lo scontro che verrà.
Informiamoci.
Cosa è veramente "la separazione delle carriere"?

"Berlusconi ha detto che deve riformare la giustizia “ab imis” e che la “separazione delle carriere” non gli basta. Ma che cosa è questa “separazione delle carriere”?

In breve si tratta di questo: nel processo penale accusa e difesa debbono diventare parti che operano su un piano di parità; uno accusa l’imputato e l’altro lo difende; uno raccoglie le prove che provano la colpevolezza e l’altro quelle che provano l’innocenza; e tutti e due smontano le prove dell’altro come meglio possono. Sopra di loro sta il Giudice “terzo e imparziale” che deve stabilire chi tra i due ha torto o ragione. Ne consegue che, anche se l’accusa è sostenuta da un magistrato, il Pubblico Ministero, questo deve essere diverso, appunto “separato”, dal suo collega che fa il Giudice: e, per ottenere questo obbiettivo, l’unica soluzione è quella di prevedere per i magistrati due carriere separate; quella del Giudice e quello del Pubblico Ministero; e nessuno deve poter passare da un ruolo all’altro.

Si tratta di una sciocchezza; ed è facile capirne il perché: il PM tutela gli interessi della collettività, l’avvocato quelli del suo cliente. Per il PM non è importante che l’imputato venga condannato; è importante che il colpevole venga condannato. E quindi, se l’imputato non è colpevole (perché le prove raccolte contro di lui si rivelano non convincenti, insufficienti, contraddittorie) il PM ha l’obbligo di chiedere che venga assolto. In realtà, al di là dell’obbligo, al PM non salta nemmeno in testa di chiedere la condanna di un imputato che ritiene innocente o per il quale le prove raccolte gli sembrano insufficienti. Alla fine, nel PM, si riassume il ruolo di accusatore e difensore: egli cerca di capire se l’imputato è colpevole o innocente; e, quando crederà di aver capito (perché sempre di giustizia umana si tratta) chiederà al Giudice la condanna o l’assoluzione.

L’avvocato difensore, lui si, è uomo di parte; nel senso che egli ha un obbligo ben preciso: far assolvere il proprio cliente oppure, alla peggio, fargli avere la pena più ridotta che sia possibile. Per capire bene questa differenza (che però è talmente ovvia da non meritare commenti) basta un esempio: se un PM sa che è possibile acquisire una prova che dimostra l’innocenza dell’imputato, la deve acquisire; se un avvocato difensore sa che esiste una prova che dimostra la colpevolezza del suo cliente, deve (proprio deve) evitare (con mezzi leciti si capisce, ma qui il discorso si fa lungo e complicato) impedire che venga scoperta.

Insomma, non è vero che PM e avvocato sono due soggetti animati da interessi contrapposti: il PM può trovarsi dalla stessa parte dell’avvocato. E non è vero che hanno un ruolo processuale paritario: il PM difende un interesse pubblico - l’identificazione e la punizione del colpevole, chiunque esso sia -; l’avvocato difende un interesse privato - l’assoluzione del suo cliente, anche se colpevole -.

Ma allora perché….?
Le ragioni sono sostanzialmente due."
Bruno Tinti

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