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sabato 14 giugno 2008

Conflitto di interessi

Secondo indiscrezioni del Foglio di Giuliano Ferrara sembra che l'accelerazione definitiva alla stesura del piano anti intercettazioni sia da ricondurre alla notte tra il 27 ed il 28 Maggio; infatti "l’idea di una “stretta” si dice non fosse nuova nella mente del Cav. ma avrebbe subito un’accelerazione proprio nel giorno in cui venivano rese pubbliche le conversazioni del sottosegretario all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso."
Provenendo l'informazione da un organo di stampa fiancheggiatore del PD(l), non abbiamo ragione di mettere in dubbio l'informazione.
Ma di che conversazioni si tratta?
Sono i discorsi delle intercettazioni che costituiscono la spina dorsale delle oltre seicento pagine dell'ordinanza in cui è ricostruita l'inchiesta della Procura di Napoli sulla gestione commissariale dell'emergenza rifiuti tra il 2005 e la fine del 2007. In una intercettazione si sente Marta Di Gennaro, vice di Bertolaso, affermare: "Guido basta. Centinaia di sindaci cafoni che rivendicano diritti, pretendono e se la prendono con noi. Ammucchiamo balle e facciamo mucchi di merdaccia. Chi ci ha portato in questa storia merita la morte..." È lei ancora che il 28 giugno 2007 telefona a Bertolaso dopo aver una riunione sulla discarica di Terzigno, e gli riferisce ciò che ha detto ai suoi interlocutori: "Noi stiamo parlando di una discarica da truccare e voi ci dovete aiutare."
Come dire, è proprio vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Le vicende napoletane suggeriscono a questo punto due genere di considerazioni.
La prima è che la gestione inetta, quando non criminale, del problema dei rifiuti campano è stato certo bipartisan e per nulla causato dal solo Bassolino. Difatti il governo bene si guarda oggi dal mettere in atto quelle possibili misure che potrebbero portare a sfiduciare Bassolino, che di conseguenza resta al suo posto. La monnezza resta sempre li, come triste testimone della vergogna e dell'incapacità italica, basta non inquadrarla per farla sparire.
La seconda considerazione è che sia difficile pensare che i provvedimenti restrittivi delle intercettazioni siano sorti davvero per tutelare la privacy dei cittadini e diminuire i costi per lo stato.
Basta pensare che senza intercettazioni una inchiesta rivelatrice della profonda corruzione del sistema come quella di Napoli non sarebbe mai partita. Una inchiesta che inchioda tutta la Casta politica, di destra e di sinistra, alle sue gravi responsabilità.
Questo solo il motivo di urgenza?
Certo è che il Cavaliere questa volta sembra fare davvero sul serio.
Per essere veramente certo che il ministro ad personam Angelino Alfano si attivasse con tutte le sue forze nell'interesse del popolo italiano il Cavaliere gli ha affiancato per la questione intercettazioni un uomo di sicura efficacia... il suo avvocato personale Niccolò Ghedini! L'avvocato "che sa come aggirare gli scogli della giurisprudenza".
Di questo ne siamo certi.
E caro neo Senatore Ghedini, complimenti anche per quel fresco seggio al Senato della Repubblica di cui l'esimio e caro datore di lavoro di Arcore le ha fatto dono.

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