L'Eurostat ha pubblicato oggi i valori del prodotto interno lordo pro-capite misurato in standard di potere d'acquisto per l'Italia e la Spagna per l'anno 2007.
Il dato negativo allora contestato dal governo Prodi del 2006 non migliora, anzi il divario cresce ulteriormente: la Spagna si attesta su quota 107 mentre l'Italia scende a quota 101.
Ma è il dato in funzione del tempo e valutato negli ultimi 10 anni che rivela una preoccupante tendenza che i governi passati hanno bene provveduto a nascondere alla gente.
È questo il dato di un paese in costante impoverimento materiale (e morale ovviamente, essendo questo sotto gli occhi di tutti) e direi, citando il bel libro di Stella/Rizzo, quasi alla "deriva".
Ad una più attenta disamina il grafico rivela anzi un andamento abbastanza lineare del calo di pil pro capite, il tutto apparentemente non influenzato dai governi di centro-destra e centro-sinistra che si succedono nel periodo in questione. Si può forse rilevare un picco nel 2001 in corrispondenza dell'attacco terroristico alle Torri gemelle. L'importanza in scala macroeconomica dell'evento è però smentita dal dato spagnolo, visto che l'economia spagnola sembra quasi procedere indisturbata nella sua via ascensionale. Questo perché un'economia virtuosa non è bloccata tanto da fenomeni terroristici (addirittura nemmeno l'effetto degli attentati di Madrid è rilevabile dal grafico soagnolo) quanto più da problemi di genere strutturale. Che sono quelli italiani.
Corruzione, criminalità, investimenti esteri, produttività nel lavoro, competitività internazionale, lottizzazione politica, gerontocrazia della classe dirigente, burocrazia, infrastrutture, per citarne alcuni. Tutti parametri in cui siamo i campioni in negativo.
In poche parole il dato conferma la nostra analisi politica che la crisi italiana corrisponde ad un declino strutturale e politico di lungo periodo che non ha un colpevole specifico. Perché se è vero che il centro-destra, una volta al governo, si è più preoccupato di risolvere i propri problemi giudiziari e fiscali con un impatto per il popolo desumibile dal grafico, anche il centro-sinistra non si è certo impegnato, una volta al governo, a risolvere il conflitto di interessi ed a regolamentare il settore radiotelevisivo come ci si sarebbe potuti attendere da un'opposizione andata al governo.
Ed infatti è questa la caratteristica peculiare della Casta politica: due grandi blocchi divisi in televisione e nei proclami pubblici, ma uniti nei salotti e nelle stanze del Palazzo.
Il risultato per il cittadino? Lo si può ben leggere nel grafico.
È ora che cali definitivamente il sipario su questa che è stata la grande menzogna degli ultimi 15 anni.
Così iniziò, ancora me lo ricordo; con quel vecchia promessa berlusconiana del milione di posti di lavoro. Furono quella speranza e quella promessa di benessere e libertà che il berlusconismo adoperò per blandire ed addormentare il popolo italiano.
Ma un giorno gli italiani si sveglieranno. E si accorgeranno di essere più poveri di prima.
Il dato negativo allora contestato dal governo Prodi del 2006 non migliora, anzi il divario cresce ulteriormente: la Spagna si attesta su quota 107 mentre l'Italia scende a quota 101.
Ma è il dato in funzione del tempo e valutato negli ultimi 10 anni che rivela una preoccupante tendenza che i governi passati hanno bene provveduto a nascondere alla gente.
È questo il dato di un paese in costante impoverimento materiale (e morale ovviamente, essendo questo sotto gli occhi di tutti) e direi, citando il bel libro di Stella/Rizzo, quasi alla "deriva".
Ad una più attenta disamina il grafico rivela anzi un andamento abbastanza lineare del calo di pil pro capite, il tutto apparentemente non influenzato dai governi di centro-destra e centro-sinistra che si succedono nel periodo in questione. Si può forse rilevare un picco nel 2001 in corrispondenza dell'attacco terroristico alle Torri gemelle. L'importanza in scala macroeconomica dell'evento è però smentita dal dato spagnolo, visto che l'economia spagnola sembra quasi procedere indisturbata nella sua via ascensionale. Questo perché un'economia virtuosa non è bloccata tanto da fenomeni terroristici (addirittura nemmeno l'effetto degli attentati di Madrid è rilevabile dal grafico soagnolo) quanto più da problemi di genere strutturale. Che sono quelli italiani.
Corruzione, criminalità, investimenti esteri, produttività nel lavoro, competitività internazionale, lottizzazione politica, gerontocrazia della classe dirigente, burocrazia, infrastrutture, per citarne alcuni. Tutti parametri in cui siamo i campioni in negativo.
In poche parole il dato conferma la nostra analisi politica che la crisi italiana corrisponde ad un declino strutturale e politico di lungo periodo che non ha un colpevole specifico. Perché se è vero che il centro-destra, una volta al governo, si è più preoccupato di risolvere i propri problemi giudiziari e fiscali con un impatto per il popolo desumibile dal grafico, anche il centro-sinistra non si è certo impegnato, una volta al governo, a risolvere il conflitto di interessi ed a regolamentare il settore radiotelevisivo come ci si sarebbe potuti attendere da un'opposizione andata al governo.
Ed infatti è questa la caratteristica peculiare della Casta politica: due grandi blocchi divisi in televisione e nei proclami pubblici, ma uniti nei salotti e nelle stanze del Palazzo.
Il risultato per il cittadino? Lo si può ben leggere nel grafico.
È ora che cali definitivamente il sipario su questa che è stata la grande menzogna degli ultimi 15 anni.
Così iniziò, ancora me lo ricordo; con quel vecchia promessa berlusconiana del milione di posti di lavoro. Furono quella speranza e quella promessa di benessere e libertà che il berlusconismo adoperò per blandire ed addormentare il popolo italiano.
Ma un giorno gli italiani si sveglieranno. E si accorgeranno di essere più poveri di prima.
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