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giovedì 3 luglio 2008

Il gioco delle tre carte

Sim sala bim.
Ed il gioco è fatto.
Giulio Tremonti, il famoso fiscalista privato del nostro Presidente del Consiglio, ma anche, sembra, Ministro dell'Economia, ci da un altro saggio della sua infinita capacità nello spostare avanti le frontiere della finanza creativa.
Robin Hood Tax.
Così si sarebbe dovuta chiamare quella nobile tassa che, togliendo ai ricchi (gli antipatici petrolieri) per dare ai poveri (i cittadini cornuti e gabbati), avrebbe dovuto mostrare che anche il Pd(l) possiede un cuore ed un anima, a parte la furbizia e l'allergia alle aule di Giustizia che tutti vediamo.
Andando a scorrere i numeri, si vede come la tassa dovrebbe generare entrate aggiuntive per 5,45 miliardi di euro, di cui tuttavia soltanto 295 milioni (appena 5,4% del totale) per il cosiddetto "Fondo per i meno abbienti", pensato dagli illusionisti di Arcore per alimentare misure quali la social card. I 295 milioni di euro fanno circa 5,2 euro a cittadino, così se la carta costerà 10 euro sarete costretti a mettere solo i 4,8 euro di differenza.
Ed il resto? Forse per il nuovo "Fondo per le veline", che sembra il Messia di Arcore voglia approntare a favore delle numerose fanciulle di corte, ministre e non.
Ma siamo davvero sicuri che le compagnie petrolifere accetteranno la nuova tassa e non cercheranno piuttosto di rifarsi sui poveri consumatori?
A parte il parere dei discoli redattori di Oltreconfine, di cui giustamente potreste non fidarvi, che dicono orbene gli esperti? Secondo il Presidente della corte dei Conti Tullio Lazzaro "è concreto il rischio che la finalizzazione sociale della Robin Tax possa risultare molto limitata" arrivando nelle tasche dei cittadini alla fine poco o nulla. Anche secondo Tullio Lazzaro in effetti gli aggravi fiscali potrebbero tradursi in aumenti per i consumatori mentre per i meno abbienti andrebbero "meno di 300 milioni". Altri soggetti potrebbero essere i lavoratori dei comparti interessati, che rischiano una riduzione dei salari, secondo ilSole24Ore.
E la carta sociale? "Si pone l'esigenza - osserva la Corte dei Conti - di evitare che i potenziali benefici dell'iniziativa non siano compromessi da elevati costi di gestione (ideazione, creazione, distribuzione e monitoraggio della carta acquisti). Per contro sarebbe necessario valutare come questa nuova iniziativa si collochi in un contesto in cui già sono operanti istituti a sostegno dei meno abbienti e strumenti di misurazione delle condizioni economiche".
Insomma anche questa operazione, sbandierata a reti unificate dal governo esclusivamente come manovra per togliere dalle ricche compagnie petrolifere per dare ai meno abbienti, si scopre essere uno dei consueti provvedimenti arcoriani pirotecnici ma senza sostanza. Mentre il grosso del bottino finisce nelle casse dell'Erario.
Per fare cosa? Forse per ripianare i miliardi di euro di spese aggiuntive che si sono rese necessarie per finanziare il taglio dell'ICI (ai più ricchi)?
Misteri pidiellini che solo la storia potrà giudicare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo tribuno complimenti per il blog, era arrivata l'ora che il marciume del governo venisse a galla.
ciao

Fabio

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