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martedì 8 luglio 2008

L'augurio dell'8 luglio a Roma: destra e sinistra uniti nella protesta


L'8 di luglio ci sarò anch'io in Piazza Navona a Roma. Ma purtroppo solo idealmente, non potendoci essere fisicamente.
Ma ci sarà l'amico Giovanni Palombo. E così come lui tanti altri rappresentanti e militanti della destra e della sinistra italiana che non ci sta. Non ci sta alle leggi vergogna del Berlusconi IV, ma non solo. E dice no.
Ognuno con la sua bandiera, se vorrà, "ma il palco non avrà simboli né appartenenze" secondo i tre promotori Furio Colombo, Paolo Flores D'Arcais e Francesco Pardi. Decisione che mi trova totalmente d'accordo, perché l'opposizione a questo governo di impresari e soubrettes deve essere un imperativo morale prima che una posizione di parte.
Si tratta prima di tutto dell'Italia onesta e consapevole che sfila e protesta contro l'Italia ignorante e ingannata, quando non complice. Qui non c'è parte politica che tenga.
Non si capisce invece la posizione del Partito Democratico, che si chiama fuori: "Non ci confondiamo l'8 luglio col caravanserraglio qualunquista". Ma il PD non sta all'opposizione? Eppure si comprende. Evidentemente il PD di Veltroni vuole continuare sulla via del dialogo ad oltranza con questo governo infido ed inaffidabile. Non so quale sia la vera calamità italiana, Berlusconi o Veltroni che tutto permette e su tutto è disposto a trattare?
Piuttosto, scontate le presenze di Grillo, Travaglio, Di Pietro e della sinistra vera (come opposta a quella elitaria veltroniana) vorrei segnalare la presenza di Tomaso Staiti di Cuddia, ex deputato Msi. Lui, come l'amico Giovanni Palombo rappresentanti di quella destra sociale di valori e popolare che, nel rispetto sacrosanto delle istituzioni, non si riconosce affatto nel berlusconismo ma che anzi ritengono uno dei mali da affrontare col suo corollario di affarismo e aziendalismo anarcoide.
Questo è la vera novità che mi auguro, e cioè la nascita e il consolidamento di una opposizione al regime anche da destra, dopo che l'opposizione trasversale dipietrista e quella di sinistra sono già da lungo presenti.
Ma che accadrebbe se qualche movimento emergente e ribelle fosse in grado in mettere in dubbio il patrocinio di Berlusconi sulla destra o su una parte di essa (costruito sulla base di poltrone e di larghi finanzamenti e non certo su una base ideologica) e di picconarne lentamente le basi di consenso? Un sogno, una speranza.
Giovanni ci crede, e noi lo speriamo con lui.

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