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domenica 20 luglio 2008

Nasce "Blocco Sociale Nazionale" corrente interna della Destra di Storace contro ogni ipotesi di confluenza ed alleanza della Destra col Pdl

Si è conclusa oggi ad Orvieto la conferenza programmatica di due giorni della Destra di Storace.
Il segretario e fondatore del partito Francesco Storace ha rimesso il mandato da segretario per farsi temporaneamente da parte in attesa che altre candidature si facciano avanti.
Semplice volontà di sentire la base da parte sua prima di rinnovare il mandato al Congresso di novembre o dobbiamo leggere qualcos'altro tra le righe?
Certo è che il tema caldo delle passate settimane è stato proprio quello della strategia di crescita e delle corrispondenti alleanze per il futuro. Un tema che continua a dividere militanti ed elettori del partito.
Di sicuro la proposta di riforma della legge elettorale per le europee con un forte sbarramento ha fatto precipitare la situazione in tutta l'area di destra, spingendo per esempio Romagnoli, leader di Fiamma Tricolore, ad un sospetto quanto disordinato riavvicinamento a Berlusconi.
Ed ora anche La Destra di Storace si ritrova davanti allo stesso dilemma di Romagnoli.
In questo senso la decisione di Storace non mi sorprende più di tanto. Perché essa darebbe al partito maggiori possibilità di riavvicinamento ad Arcore (e quindi con esso le concrete possibilità di elezione che molti dirigenti regionali e provinciali desiderano) attraverso un traghettatore, come la Santanchè o Musumeci, meno inviso a Fini. Questo è il segnale politico che io leggo tra le righe.
Ma non è una decisione che lascia tutta la base del partito soddisfatta.
Per questo motivo è nata contestualmente alla conferenza programmatica la corrente interna "Blocco Sociale Nazionale". Una destra sociale che si vede antagonista alla visione come alla pratica del partito di Arcore, come ha detto Valeriano Tasca nel suo discorso:

"L’attuale Premier ci ha lasciato fuori, ha dato inizio alla costruzione di un partito nuovo che si ispira pienamente a dei precisi “valori” e “principi”, quelli del PPE. Non solo lui ma anche tanti camerati, che oggi ancora pensano che quell’Alleanza Nazionale possa essere ancora interprete dei valori di una destra sociale. Si deve addirittura sentire che Tremonti sia il baluardo del sociale contro la globalizzazione per il solo fatto di contestarla.
Assurdo. Personaggi, intellettuali di una destra che non c’è più si permettono ancora di affermare che il Pdl sarebbe la realizzazione addirittura delle più pure tesi di destra. Non gli è bastato uccidere una tradizione politica, ora credono anche di abbindolare i tanti camerati che veramente però si trovano sperduti e non sanno più a cosa rifarsi. Non regge più la scusa di “provare a cambiare il sistema da dentro e cercare di portare avanti le nostre iniziative sociali”.
Questo non accadrà mai. La verità è che devono salvarsi alcune persone e soprattutto devono cercare di ramazzare qualche soldo. Pensare di poter portare le nostre ragioni e le nostre idee all’interno del Pdl è semplicemente una scusa che non regge, a meno che le nostre idee non siano cambiate. Allearsi oggi con il Pdl significa non avere futuro politico. Il coraggio dimostrato rinunciando a posti sicuri in Parlamento lo si deve dimostrare ancora ogni giorno, però ora serve una volta per tutte capire dove stiamo."


Siamo curiosi del progetto e speranzosi che la creazione di una destra esterna al potente comitato di affari di Arcore riesca veramente.
Di certo per ora vediamo di buon occhio che sempre più militanti di destra comincino a rifiutare la sudditanza al più che dubbio comitato di Arcore, che certo destra non è ma malaffare e illegalismo.
Che la destra si riappropri dunque di quelle lotte moralizzatrici e legaliste come di quelle connotazioni popolari e sociali che le appartengono storicamente e che l'affiancamento e la collusione col berlusconismo hanno obbligato a mettere da parte.

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